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Visualizzazione dei post da settembre, 2025
 Se riusciamo a vivere in modo consapevole, tutto può essere fonte di nutrimento ed energia, non soltanto gli alimenti che ingeriamo: ci avevi mai pensato? Il modo di respirare, i pensieri e le emozioni che portiamo dentro con il respiro, ci nutrono, ci caricano o ci scaricano, a seconda della loro vibrazione, modificano la nostra postura portandoci ad aprirci al mondo o a chiuderci, a proteggerci. I libri che leggiamo sono nutrimento per il nostro essere, così come le immagini che scegliamo di vedere: ha senso dunque impiegare il nostro tempo per guardare immagini di paura o di violenza? In quale modo permettiamo ad esse di nutrire la nostra anima? Le persone che frequentiamo, le loro parole, le nostre parole, le situazioni che viviamo, sono fonte di grande nutrimento, ecco perché sarebbe preferibile che fossero piacevoli. E poi c’è il cibo: quello che scegliamo di mangiare e il modo in cui lo prepariamo assume un grande valore, sia per noi sia per le persone che ci vivono ac...
Ci sono dolori così grandi e potenti che risulta arduo guardarli tutti in una volta: bisogna frammentarli, farli a pezzi e darsi modo e tempo di osservare ogni frammento. Un po' come si fa con il veleno delle api: ci si abitua poco a poco. Di fronte a dolori del genere sorge spontaneo domandarsi che senso abbiano, perché sono capitati proprio a noi, se riusciremo mai a superarli e ad inserirli nella nostra biografia in modo che tornando là con il pensiero la ferita non si riapra e non pulsi più in maniera bruciante. Mi viene da pensare al Principe Siddharta che, chiuso nella sua bolla di perfezione decide di uscire per andare nel mondo dove scopre il dolore, la malattia, la morte: forse che anche noi in una vita paradossalmente priva di dolore e di sofferenza, faremmo un viaggio simile? Forse allora che certi dolori davvero ci rendono più forti e contribuiscono alla nostra evoluzione? Forse che non tutto il dolore venga per  nuocere ? Lo yoga e i dolori positivi Una delle prime cos...
  E' possibile perdonare? Perdonare significa donare all’altro la (nostra) rinuncia alla rivendicazione di quello che fatto. Come faccio a donare qualcosa a chi mi ha ferito, a chi ha calpestato la mia sensibilità ed i miei sentimenti, a chi si è comportato male nei miei confronti? La strada del perdono è davvero una via percorribile o è soltanto un’utopia? Proiezioni ed aspettative Per capire come sia possibile perdonare è necessario vedere le cose da altri punti di vista: molto spesso ci relazioniamo agli altri proiettando su di loro caratteristiche che vorremmo tanto avessero, ma che in realtà non gli appartengono. Ci relazioniamo all’altro con una serie di aspettative che, se non si realizzano, ci portano delusione. L’altro, a sua volta, si fa spesso vestire dagli abiti che gli diamo o, pur non indossandoli di sua sponte, vediamo che gli calzano a pennello. E quando l’altro si rivela essere per quello che è, ma che in realtà è sempre stato, sorge in noi un infinito senso di sco...
  Che l’empatia sia una caratteristica più che apprezzabile non vi sono dubbi, soprattutto in un’era intrisa di individualismo dove non ci si ferma a prestare soccorso a chi ha bisogno, ma si cerca il cellulare per riprendere la scena. Tanto di cappello quindi a chi riesce ancora a sentire l’altro così intensamente da entrare dentro alle sue sensazioni e da vestirsi dei suoi sorrisi e delle sue lacrime. Ma... Ma con moderazione, sia per rispetto nei confronti dell’altra persona, sia per amor proprio. Gioie o dolori? Sicuramente siamo più abituati, per una cultura della sofferenza, ad empatizzare con chi soffre: le canzoni di amori impossibili sono quelle che hanno più successo, così come i film che narrano vicende drammatiche. E poi, diciamolo, con il dolore è più facile stare accanto all’altro: purtroppo condividere la felicità non è da tutti, subentrano invidie, gelosie e tanti altri sentimenti che non ci permettono di andare più in là di un “Te lo meriti, sono contenta/o per te!...
L’immaginazione è uno dei poteri più grandi che abbiamo: ci permette di viaggiare, di cambiare luogo, di muoverci nello spazio e nel tempo senza spostarci realmente di un millimetro da dove siamo con il nostro corpo fisico. L’immaginazione ci permette di riabbracciare persone lontane o appartenenti ormai ad altre dimensioni, di rivedere luoghi cari e distanti, di fantasticare su mondi possibili. Ma, più di ogni altra cosa, l’immaginazione ci permette di creare la nostra realtà. Cosa significa immaginare? In me mago agere : lascio agire il mago che è in me. Questa frase sembra un mantra, un’affermazione, una formula magica. E in un certo senso lo è. Quando immagino disegno un mondo, lo creo, e quanti più dettagli riesco ad aggiungere a quello che vedo, tanto più lo percepirò come reale: la mente non distingue fra eventi reali ed eventi immaginari. Se credo fortemente che una situazione sia vera, se riesco a viverla intensamente come tale, allora l’Universo si adopererà perché lo diventi...
Quante cose non assaporiamo perché ci assopiamo nella ripetitività di certe azioni quotidiane che ad un certo punto si svuotano e perdono quasi di significato? Quante volte ci soffermiamo davvero sul momento e lo viviamo come se fosse l'unico ed il più importante della giornata? E quante portiamo l'attenzione al fatto che quel frangente potrebbe trasformarsi in un ricordo indelebile per la persona che ci è accanto?  Siamo sempre talmente di corsa e proiettati su quello che dobbiamo fare dopo, da non accorgerci della ricchezza di cui è ricco il nostro presente e del fatto che la nostra vita è composta da una costellazione di piccoli attimi speciali ed irripetibili. Eppure, quelli che per noi sono semplici gesti possono diventare emozioni che sedimentano nella memoria del corpo di chi ci vive accanto. Qualche sera fa mi sono ritrovata a fare il gesto per me naturale di rimboccare le coperte al mio secondogenito con l'intento di tenerlo al caldo (perché si era raffreddato) ed ...
In qualsiasi situazione che richiede una presa di posizione o quantomeno un orientamento, la reale libertà di scelta sta nel possedere un orizzonte di possibilità da studiare e da valutare in maniera ponderata. Siamo ormai così abituati ad un parto ospedalizzato che davvero poche persone conoscono le alternative possibili a questa che è solo una delle possibili scelte; siamo così abituati all’idea che qualcuno debba far partorire la donna che, nel corso del tempo, ella ha smesso gli abiti della protagonista del suo evento affidando la totale responsabilità del proprio parto agli esperti che la assistono. Esperti che, nella maggior parte dei casi (si parla ovviamente di gravidanza fisiologica e di parto naturale) sono lì soltanto come testimoni del miracolo della vita. Solo la donna può partorire, ripercorrendo la storia di tutte le antenate e di tutte le donne che prima di lei hanno superato questo rito iniziatico, recuperando memorie uterine e forse selvagge, facendo ria...
  Il Blessing way: un rituale per accompagnare al parto. Ci sono eventi che segnano la nostra vita con un’ unicità ed un’irripetibilità tanto intense da necessitare di essere suggellate da un respiro più ampio, da una sorta di pausa interiore, da uno sguardo più approfondito. Spesso un rituale può offrirci tutto questo con il valore aggiunto di dare una pennellata di colore ancora più ricca alle emozioni che h anno caratterizza t o quei precisi momenti di passaggio della nostra esistenza . L a gravidanza, con le sue trasformazioni corporee, umorali e spirituali si presta ad accogliere la ritualità sia per il suo intrinseco significato, sia per tutti i rimandi simbolici che essa stessa porta con sé. Il blessing way è un momento di “benedizione” dedicato esclusivamente alla donna e alla sua transizione nell’archetipo della Madre, può celebrare l’addio alla fanciulla che non tornerà più, portare fuori paure legate al parto per esorcizzarle, essere costellato da doni simbolici e...
La collana allattamento si presenta a tutti gli effetti come una collana: può avere colori più o meno sgargianti, perle rotonde o con forme particolari, presentarsi in legno o in silicone anallergico. E’ una collana che in un a prim a fase viene indossata dalla neo mamma e che poi ne l corso del tempo finisce tra i giochi dei bambini, spesso nella cesta dei travestimenti. S icuramente si tratta di un regalo molto in voga negli ultimi anni. In realtà la collana allattamento ha molteplici usi e funzioni: viene usata ad allattamento ben avviato e non prima dei tre/ quattro mesi del bebè, in quella fase in cui le sue piccole manine iniziano a pizzicare la pelle della mamma durante la poppata o a tirare i capelli o ad afferrare altri accessori che osserva su collo e orecchie materni. Potremmo dire che i colori accesi della collana allattamento, catturando l’attenzione del bebè, creano un diversivo a quei pizzicotti e a quelle tirate di capelli che, nell’arco della giornata, si ...
Se pensiamo alla gravidanza e ad una possibile preparazione a questo passaggio di vita , ci vengono in mente numerosi corsi propedeutici al parto, ma sicuramente poco o nulla riguardo al dopo . Come se, una volta aver dato alla luce il proprio bebè, il percorso finisse e non si avesse bisogno di altro. Ma è davvero così? Purtroppo n on sempre il parto va come ce lo si aspettava e non sempre si torna a casa con un bel ricordo di un evento tanto potente quanto straordinario : questo può portare nella donna il rimpianto per un’occasione perduta e d un senso di delusione; inoltre talvolta il non coincide re della realtà con quelle che erano le aspettative, può in flui re negativamente sulla relazione mamma-b ebè e anche sull’allattamento al seno . S e il proprio piano del parto è stato rispettato, se non si sono subite violenze ostetriche, se ci si è sentite accolte nei propri bisogni, il parto viene conservato in memoria come un evento positivo del quale si ha piacer...
Il piano del parto è un documento che ha valore legale e che può essere presentato dai futuri genitori all’ospedale di riferimento: è una sorta di dichiarazione ufficiale rispetto ai propri desideri che permette alla donna di essere protagonista consapevole delle sue scelte. Nel mettere nero su bianco le proprie richieste, si sottolinea la piena fiducia in tutto il personale medico ed ostetrico con la consapevolezza che qualsiasi decisione verrà presa sempre nel rispetto del benessere della diade. Non si tratta quindi di una presa di posizione nei confronti del sistema sanitario, ma della volontà di creare una sana collaborazione tra le parti. In realtà il piano del parto serve ai futuri genitori per fare mente locale, prima del grande evento, di tutte le possibilità che esistono per vivere al meglio sia il parto sia il post partum: in questo senso è importante informarsi durante la gravidanza, così da non ritrovarsi poi di fronte ad una serie di eventi non voluti. In...