A ccompagnare qualcuno in un percorso evolutivo e di crescita personale, che si tratti di un passaggio di vita, di una trasformazione, della presa di coscienza del proprio valore o di un momento di transizione colmo di confusione e di paure, rimane un compito tanto bello quanto delicato e prezioso, in cui il non fare è l'azione paradossalmente più importante. Chi accompagna infatti deve riuscire a mettere da parte il proprio ego e spesso il proprio personale sentire, ponendosi al servizio di un sapere più grande: deve riuscire a farsi da tramite, ovvero a farsi ponte tra quel campo di informazioni detto anche coscienza o inconscio collettivo e la persona che sta seguendo. Sicuramente a monte si tratta sempre di comprendere se chi si ha di fronte desidera o meno uscire dall'apparente pantano in cui si trova, poiché non è possibile aiutare chi non vuole essere aiutato e non sarebbe neppure etico o lecito farlo. Certo questo aspetto si complica quando si tratta di persone che ...
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